Cappuccetto rosso

Cappuccetto rosso

I Raccontastorie – Fascicolo 25

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      01 - Cappuccetto Rosso
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C’era una volta, tanto tempo fa, una bambina che viveva con la sua mamma in una bella casetta vicino al bosco. La bambina era chiamata da tutti Cappuccetto Rosso, per una mantellina rossa col cappuccio che le aveva fatto la nonna e che lei metteva sempre. Un giorno la mamma le disse: «La nonna è a letto malata, Cappuccetto Rosso, portale questo cestino. C’è del brodo, della torta, frutta e biscotti. Sono sicura che le faranno bene.» Così la bimba si mise la mantellina col cappuccio rosso e si accinse ad andare nel bosco. La mamma le gridò: «Vedi di tornare prima che faccia buio, e non fermarti a parlare con gli estranei, mi raccomando.»

Cappuccetto Rosso se ne andò saltellando allegramente, anche se non era mai andata da sola alla casetta della nonna, che era proprio nel folto del bosco. Ma quando fu a metà strada, sentì una vociaccia rasposa dietro di lei. «Dove vai, piccola Cappuccetto Rosso?»

«Dalla nonna» rispose la bambina, e non sembrò notare i denti aguzzi e i penetranti occhi gialli dello sconosciuto. «È molto malata e la mamma le ha fatto dei dolci, un po’ brodo e dei biscotti. Guarda.» «Uhm» commentò il lupo ficcando il naso nel cestino, sembra tutto molto buono, anche se io on mangio questa roba. E… senti, non pensi che gradirebbe anche degli altri fiori?» E le indicò delle margherite che crescevano sotto gli alberi. «Che bell’idea, staranno benissimo insieme!» esclamò Cappuccetto Rosso. Ma poi si ricordò le parole della mamma, che le aveva detto di non parlare con gli estranei. «Certo non si ,riferiva a persone così gentili!» pensò.

Posò a terra il cestino e cominciò a raccogliere i fiori. Le ci volle molto, e — quando ebbe finito di riporli nel cestino, non c’era traccia dello sconosciuto. Proprio in quel momento il lupo arrivava alla casetta della nonna e bussava alla porta. «Chi è?» chiese una voce flebile. «Sono io», rispose il lupo facendo una vocina sottile «Cappuccetto Rosso. Posso entrare?» «Alza il saliscendi, cara, sono troppo malata per venire ad aprirti.»

Perciò il lupo entrò in casa e trovò la nonna seduta nel letto con lo scialle sulle spalle e la cuffietta in testa. Con un balzo le fu addosso e se la mangiò in un boccone! Il grande lupo cattivo chiuse le tende della camera per fare la stanza più buia, poi andò all’armadio e si mise una camicia da notte, una cuffia e uno scialle della nonna. Poco dopo arrivò Cappuccetto Rosso e bussò alla porta. «Chi è?» fece il lupo imitando la voce della nonna. «Sono io, Cappuccetto Rosso. Posso entrare?» «Alza il saliscendi, cara, sono troppo malata per venire ad aprirti.» Cappuccetto Rosso fece come le era stato detto. «Ciao, nonna, la mamma ti manda qualcosa da mangiare e io ho colto questi fiori per te. Spero che tu stia meglio, oggi.» «Il solo vederti mi fa star meglio, cara! Vieni, avvicinati.»

Cappuccetto Rosso si avvicinò di più e posò il cestino sul letto. Poi vide delle lunghe orecchie spuntare da sotto la cuffietta rosa. «Che orecchie grandi hai, nonna!» «È per sentirti meglio, cara!» rispose il lupo. «Ma vieni più vicina e dammi la mano.» Le mani della nonna erano ruvide e pelose, ma Cappuccetto Rosso gliele accarezzò dolcemente, guardandola negli occhi. «Che occhi grandi, hai!» «È per guardarti meglio!» rispose il lupo mentre i suoi occhi gialli fiammeggiavano da sotto la cuffia da notte. Il pensiero di mangiarsi Cappuccetto Rosso lo faceva sorridere da un orecchio all’altro. «Che bocca grande, hai!» «È per mangiarti meglio!» ruggì il lupo, e balzando dal letto saltò su Cappuccetto Rosso e se la mangiò in un boccone! Mantellina, cappuccio e tu Qualche minuto più t capitò da quelle parti un taglialegna e, sapendo e che la nonna era indisposto decise di andarla a trovare Ma udì degli strani suoni

provenire dalla casa

e si insospettì.

Invece di bussare

sbirciò dalla finestra t e vide il lupo sdraiato sul letto della nonna \_ che russava sonoramente! In un attimo capì quel che era successo. Piano piano entrò in casa e con un coltello affilato aprì la pancia del lupo. E che sorpresa per lui quando sbucarono fuori Cappuccetto Rosso e la nonna! Il taglialegna si portò l’indice alle labbra. «Sst, non fate rumore e portatemi delle pietre. Presto!» Il taglialegna riempì con le pietre la pancia del lupo e poi la ricucì con cura. Infine si nascose nell’altra stanza con la nonna e Cappuccetto Rosso. Il lupo si svegliò di soprassalto. «Che incubo ho avuto! Non avrei dovuto mangiare così tanto.» E, siccome aveva molta sete, si precipitò al fiume per bere. Ma quando si chinò sull’acqua, il peso che aveva nella pancia gli fece perdere l’equilibrio e precipitò nel fiume, colando subito a picco. E quella fu la fine del gran lupo cattivo. Rimessasi dallo spavento, la nonna poté finalmente mangiare le buone cose che le aveva mandato la mamma di Cappuccetto Rosso e si sentì subito meglio. Salutandola, e dopo aver ringraziato il taglialegna, la bambina riattraversò il bosco e andò direttamente a casa. E questa volta si guardò bene dal fermarsi a parlare con un estraneo!

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