Il Natale al sole di Babbo Natale

Il Natale al sole di Babbo Natale

I Raccontastorie – Le più belle storie di Natale 1984

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      05 Il Natale al sole di Babbo Natale
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Rodolfo la renna scosse la testa e si accigliò. «Non ne abbiamo mai avuto bisogno prima,» affermò, «Dobbiamo metterci al passo coi tempi,» replicò Babbo Natale avvitando l’ultima vite. La sua nuova macchina per fare i pacchetti era pronta. «Vedi, la carta da regalo va qui… il nastro lì… e il regalo esce dall’altra parte già impacchettato.» «Hmmm, curioso davvero,» commentò Rodolfo. «Beh, andrò a lustrare la slitta. Era la vigilia di Natale e Babbo Natale
era entusiasta della sua macchina da pacchi. Tutti i regali erano già incartati: non c’era stata la solita fretta degli ultimi minuti. La slitta era carica e le renne scalpitavano, impazienti di partire. Babbo Natale infilò gli stivali e si mise in piedi sulla credenza per guardarsi allo specchio. Dall’alto si vedeva l’interno della macchina per fare i pacchetti. «Strano!» Qualcosa scintillava in fondo al contenitore. «Cos’è?» Si chinò cercando di prenderlo. «Oop… aah… quasi… hmmm… uuuuh!» Babbo Natale cadde dalla credenza dentro la macchina. La macchina si scosse, cigolò e lo ingoiò, lo impacchettò, gli mise un nastro e fece di lui un bel pacchetto quadrato. «Babbo Natale, è tempo di partire!» Rodolfo fece capolino nella stanza. «Ma dove si è cacciato?»

Le renne cercarono per tutta la casa, nelle stalle e in giardino. Guardarono sul tetto e sotto la slitta. Guardarono sotto l’Aurora Boreale e sotto la Calotta Polare. Nessun segno di Babbo Natale. Rodolfo affrontò la situazione. «Questa è un’emergenza, ragazzi! Sono già le dieci e il mondo sta aspettando il Natale. Dovremo fare le consegne da soli.»
E così fecero. Caricarono gli ultimi pacchi, compreso quello che avevano trovato nella macchina impacchettatrice, e si misero in cammino sotto la neve. Quell’anno il rumore nei comignoli fu terribile. Sui tetti si sentiva zoccolare e battere. Impronte fuligginose di zoccoli vennero trovate sugli stuoini. Ma tutti quelli che si svegliarono per il rumore tennero chiusi gli occhi e fecero finta di dormire, per timore di perdere i regali. Rodolfo consegnò tutti i pacchetti agli indirizzi segnati sulle etichette. Era tutto sporco di fuliggine, starnutiva ed era stanco e stizzito, quando vide l’ultimo pacco nella slitta. Non aveva etichetta. «Beh, questo sarà di chi lo trova,» disse scaraventandolo fuori dalla slitta. Il pacco precipitò e per poco
non cadde dentro un comignolo in Australia. Atterrò invece con uno splash sulle onde della spiaggia di Boncli. Una famiglia di bagnanti era andata in spiaggia in attesa che arrivasse l’ora per il pranzo e notò il pacco che galleggiava sull’acqua. «Guardate! Un cesto da pic-nic!

Ci sarà certamente del tacchino, una bottiglia di spumante e un panettone!» Remarono velocemente fino a raggiungerlo. Ma quando lo aprirono videro Babbo Natale. «Ah! Finalmente!» sputacchiò. «Uffa che caldo! Che sollievo! Grazie, grazie…» «Accidenti, è solo quel noioso Babbo Natale! Niente vino, niente tacchino, niente dolce!…» e con aria seccata sospinsero Babbo Natale nella scatola e riannodarono il nastro. Ai ragazzi dispiacque vederlo sparire. «Forse vuole tornare al Polo Nord,» disse uno di loro.
«Già, portiamolo all’Ufficio Postale!» I postini erano esausti dopo tutto il lavoro natalizio. Stavano seduti sopra un sacco di lettere, sbadigliando e massaggiandosi i piedi, ma malgrado tutto erano tristi, perché Natale era già passato. «Guardate, un altro pacco senza indirizzo» disse il capo-postino. «E per giunta in ritardo. Apriamolo e vediamo se il mittente ha scritto qualcosa dentro.» Lo aprirono e Babbo Natale saltò fuori supplicando: «Aiuto, vi prego, non chiudetemi dentro di nuovo!»

Il capo-postino rimase così stupefatto che cadde in un sacco di lettere e per poco non venne spedito in Nuova Zelanda. In un angolo dell’Ufficio Postale erano ammucchiate tutte le cose che erano cadute dai pacchi regalo: una gelatina spiaccicata, una torta sbriciolata, un sacco di salsicce schiacciate. Non avevano un aspetto molto invitante, ma il sapore era delizioso. «Se abbiamo Babbo Natale nell’Ufficio Postale, dobbiamo fare
una festa di Natale,» esclamò il capo dei postini «… anche se oggi è il giorno dopo Natale, tutti alla spiaggia!» E se ne andarono tutti, dopo aver messo il pic-nic dentro un sacco della posta. Dovete sapere che quella cosa scintillante che Babbo Natale aveva visto in fondo alla macchina per fare i pacchetti era un piffero. E il capo dei postini era un bravissimo suonatore dilettante di piffero. Lui suonava, i postini ballavano sulla sabbia — e Babbo Natale con loro e tutti pensavano che fosse il giorno dopo Natale più bello che avessero mai vissuto. “Tutto questo è bello” pensò Babbo Natale. “Ma che Natale è se Babbo Natale non è in compagnia delle sue renne?” «Che ti succede, amico?» chiese educatamente il capo dei postini. «Beh, mi sono davvero divertito,» ammise Babbo Natale, «ma ho nostalgia di Rodolfo e delle altre renne.» «E allora manda un telegramma!»

lo esortò il capo dei postini. «Io sono famoso per i miei messaggi via satellite!» Lassù, al Polo Nord, le renne stavano ancora cercando freneticamente Babbo Natale. «Se non lo troviamo subito,» diceva Rodolfo, «io non reggerò al trauma. Guardate la mia pelliccia, sta già diventando grigia dal dispiacere.» In quel mentre, qualcuno suonò il campanello. «Un telegramma per te, Rodolfo,»
annunciò una piccola renna con un berretto a punta. «Non andare via, postino,» disse Rodolfo, «riunitevi intorno a me, renne; ci hanno mandato un telegramma.» Lo aprì e lesse: «Sulla spiaggia di Bondì — Prego venire — Portate costume da bagno — Baci — Babbo N.» Dopo aver recuperato i calzoncini da bagno di Babbo Natale si misero in viaggio per l’Australia. «Salve, renne!» le salutò felice Babbo Natale quando arrivarono. «Avete portato il mio costume da bagno?» «Era proprio dietro la tua nuova macchina per confezionare i regali,» rispose Rodolfo con sussiego. «Beh, se non fosse stato per quella macchina nessuno di noi sarebbe qui a quest’ora,» replicò Babbo Natale. I postini pensarono che le slitte sarebbero state degli ottimi surf e dopo poco Babbo Natale scivolava sulle onde cantando: «Quanto è bello il Natale! Quanto è divertente il Natale!»

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