Il mostro del tempio

Il mostro del tempio

I Raccontastorie – Fascicolo 26

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      01 - Il mostro del tempio
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Tanto tempo fa, in un villaggio sulle montagne del Giappone, viveva un contadino con la moglie e tanti figli. Era una famiglia molto povera, perciò tutti i bambini dovevano lavorare nei campi appena erano in grado di farlo. Ma il figlio minore, di nome Kami,
era troppo piccolo e gracile per fare un lavoro così faticoso. Visto che era molto intelligente, i suoi genitori decisero di fargli fare il monaco. Perciò un giorno portarono Kami al tempio e chiesero al monaco più anziano di prendere bambino con sé.

Kami imparava presto •quel che gli insegnavano i monaci, ma aveva un grande difetto: invece di studiare, preferiva disegnare gatti! E lo faceva anche in posti proibiti, come i bordi dei libri sacri; o sui paraventi, sui muri e sulle colonne del tempio. E anche se il suo maestro lo sgridava continuamente, lui non riusciva a smettere: era più forte di lui, perché Kami era un artista nato. Il bambino visse e studiò nel tempio per sette lunghi anni, finché un giorno il suo maestro gli disse: «Kami, qui non possiamo insegnarti più niente. Temo che non sarai mai un buon monaco, ma forse potrai diventare un ottimo artista. Adesso vai, ma prima di lasciare questo tempio, ascolta attentamente quello che sto per dirti e non dimenticartene mai: Alla notte evita i grandi spazi ma stai in quelli piccoli.» Mentre si allontanava dal tempio, Kami ripensava alle parole del suo maestro. Che cosa significavano?.
a poi non ci pensò pilù, preoccupato com’era di cercarsi un rifugio. A casa non poteva tornare, erano troppo poveri per mantenere anche lui. E allora?… All’improvviso si ricordò del tempio di Nikoto, a circa dieci miglia da lì. Forse là i monaci gli avrebbero permesso di restare. Il bambino si avviò, ma purtroppo non sapeva che il grande tempio di Nikoto ,era stato chiuso. Infatti, parecchi mesi prima, in un tramonto nebbioso era comparso un gigantesco e mostruoso topo, e tutti i monaci erano fuggiti terrorizzati dal tempio. Da quell’orribile sera, almeno un centinaio di guerrieri erano andati al tempio per cacciare il mostro, ma nessuno era più ritornato.

Quando Kami arrivò a Nikoto, era scesa la-notte e c’era un gran-silenzio. Fuori dal tempio erano-accese una fila di lanterne. La gente dei dintorni diceva che erano luci infernali, accese dal topo maligno per tentare i viaggiatori! Ma Kami non sospettava nulla, naturalmente, perciò salì tranquillamente le scale del tempio. Vide che non c’era nessuno, ma era così stanco che si sedette lo stesso, in attesa che qualcuno si presentasse. Kami notò che c’era polvere dappertutto, in quell’enorme tempio, e le colonne erano piene di ragnatele. Beh, se non l’avessero accettato come novizio, avrebbe potuto lavorare lo stesso come ragazzo delle pulizie! L’idea gli piacque e lo mise di buonumore; quando poi scorse dei grandi paraventi bianchi e una scatola di inchiostri e di pennelli, fu addirittura felice. Stette per ore a dipingere i suoi gatti sui paraventi del tempio,
poi, poco prima di mezzanotte, si sdraiò sul pavimento per dormire. Stava quasi per addormentarsi, quando si ricordò le parole del suo maestro: Alla notte evita i grandi spazi ma stai in quelli piccoli. In un attimo Kami fu completamente sveglio. Nell’enorme tempio c’era un assoluto silenzio e il bambino cominciò ad avere paura. Si guardò intorno, in cerca di una stanza più piccola dove poter dormire al sicuro. In un angolo del tempio trovò una stanzetta vuota, chiusa da una porta scorrevole. Kami vi si infilò, raggomitolandosi in un angolino per terra come un gatto. Si addormentò subito, ma di un sonno leggero. Un’ora prima dell’alba, un’ombra gigantesca si stagliò sul muro del tempio e le lanterne si spensero di colpo.

Pochi minuti dopo, Kami si svegliò di soprassalto, al suono di spaventosi stridii e di sibili furibondi. Il bambino si rannicchiò in un angolo, terrorizzato… Non osava sbirciare fuori.., e non osava quasi neppure respirare! Quegli orribili suoni crebbero d’intensità fino a scuotere tutto il tempio. Poi, all’improvviso, tutto tacque. Nel lunghissimo silenzio che seguì, Kami rimase immobile nel suo angolino, senza osare muoversi, finché i primi raggi del sole illuminarono la stanzetta. Finalmente il bambino si mosse e, senza far rumore, sgattaiolò dalla stanza. Nell’enorme tempio, ai piedi dei paraventi, giaceva in una pozza di sangue un topo mostruoso e gigantesco, grande quanto venti gatti! Kami era tanto sbalordito che gli ci volle un bel po’, prima di accorgersi che le zampe e la bocca„,„ dei suoi gatti — cioè quelli che lui aveva
disegnato sui paraventi del tempio — erano sporche di sangue! I gatti erano riusciti dove cento guerrieri avevano fallito: avevano ucciso il mostro! Ma ora era tutto finito e Kami finalmente si rilassò. Con un sorriso ai “suoi” gatti, pensò con gratitudine alle parole del saggio abate che gli avevano salvato la vita!