La topina di campagna e la topina di città

La topina di campagna e la topina di città

I Raccontastorie – Fascicolo 12

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      05 - La topina di campagna e la topina di città
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C’era una volta una topina di campagna che viveva in una tana nascosta sotto una siepe. Tutti i giorni scorrazzava per i campi raccogliendo chicchi di grano e, quando si sentiva più coraggiosa del solito, osava per-fino introdursi in un giardino lì vicino in cerca di qualche bocconcino succulento. Spesso trovava saporite croste di for-maggio, o croccanti briciole di pane che erano state sparse sul prato per gli uccelli. Un giorno, ricevette la visita di sua cugina, la topina di città. «Oh, cara cugina» squittì, «che bella sorpresa. La mia vita qui in campagna scorre così tranquilla che avevo proprio voglia di vederti. Potrei stare qui tutto il giorno ad ascoltare le tue storie di vita cittadina. Ti prego, siediti e raccontami le novità.» «Beh, effettivamente, non so da dove
cominciare» replicò la topina di città. «Mi capitano così tante avventure, e faccio tanti di quei festini…» «Un festino è proprio quello che ti offrirò» la interruppe la topina di campagna. «Proprio stamattina ho trovato delle gustosissime bucce di formaggio», disse tutta pimpante. La topina di città non credeva alle sue orecchie: squittiva e rideva, rideva e squittiva mentre l’altra preparava la tavola. «Mia povera cugina!» disse. «Ma che vita monotona conduci. Se il meglio che puoi offrirmi sono delle bucce di formaggio ammuffite credo proprio che me ne tornerò a casa subito. Anzi, perché non vieni tu, a stare da me per qualche giorno? E tutto così eccitante in città.» Dopo aver riflettuto per un po’, la to-pino di campagna accettò l’invito.

Il viaggio fu lungo e spaventoso. Quando arrivarono in città ebbero cura di passare da stradette secondarie, ma anche così c’era in giro una enorme quantità di gente e —quel che è peggio — di gatti! La povera topina di campagna tremava di paura quando finalmente arrivarono alla casa dove viveva la cugina. «Non sarei dovuta venire» sussurrò, mentre in punta di zampe entravano nella enorme cucina.
«Presto cambierai idea» replicò la cugina allegramente. «Guarda cosa c’è là.» La topina di campagna guardò in alto e vide una tavola apparecchiata e piena di cibo. A quella vista così allettante dimenticò di colpo tutte le sue paure. «Non ho mai visto tante cosine buone» sospirò felice. «E potremo assaggiarle tutte» squittì la cugina. «Ora siediti e ti offrirò il miglior fe-

stino che tu abbia mai sognato.» Dopo qualche minuto le due topine ave-vano davanti a sé un enorme mucchio di cioccolata, ma prima ancora di poterne assaggiare un pezzettino, la porta si spalancò e un grosso gatto tigrato irruppe nella stanza. Le due cugine quasi volarono mentre si precipitavano a nascondersi nella tana che la topina di città aveva nel guardaroba. E, una volta arrivate, ci mancò poco che il gatto
riuscisse ugualmente a spiaccicarle con la sua zampona. «Fa parte dell’emozionante vita di città» ridacchiava sotto i baffi la topina cittadina. «Beh, io posso fare a meno di questo genere di emozioni» replicò senza fiato la cugina. «La mia vita sarà anche monotona, ma almeno è sicura. Perciò, cara cugina, appena il campo è libero, me ne torno in campagna… e ci resterò per sempre.»

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