Niente Muli

Niente Muli

I Raccontastorie – Fascicolo 18

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      06 - Niente Muli
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Mauli abitava nel Sud Africa, accanto a un fiume molto profondo e molto grande. Viveva in una capanna rotonda con sua madre, suo padre e un mulo chiamato Golo. Golo era un mulo tutto bianco, ad eccezione del naso, che era rosa. Ogni mattina dopo colazione, Mauli, suo padre e Golo, andavano al lavoro nella foresta. Durante il tragitto, Mauli suonava uno zufolo che si era fatto da sé con una canna. Andando al lavoro, gli piaceva suonare la canzone preferita dei boscaioli, che diceva così: «L’albero è alto ma in piedi non resta. Lo farò cadere al padrone in testa.»

Era una canzone allegra e piena di ritmo, e perfino il padrone era costretto a sorridere nel sentirla. Il padre di Mauli era un taglialegna. Ogni giorno, insieme agli altri • taglialegna, doveva abbattere gli alberi che il padrone aveva segnato. Poi Golo veniva attaccato ai grossi tronchi e Mauli lo guidava fino alla strada, dove il legname veniva caricato su un camion e portato alla segheria di Pink River. Mauli si divertiva a trascinare i tronchi giù per la collina. Ma, a volte, la strada era più su dei tronchi tagliati e Mauli e Golo dovevano faticare parecchio per portare su il carico.

Quando arrivavano sulla strada, gli uomini staccavano Golo e caricavano i tronchi sul camion, e, così facendo, cantavano. Mauli, dopo aver ripreso fiato, si univa a loro con il suo zufolo. «Il padrone aspetta dai muoviti in fretta datti una smossa e ca-ri-ca. Il padrone aspetta dai, muoviti in fretta. Il padrone aspetta, dai, muoviti in fretta.»

Poi il padrone saliva al posto di guida e il camion partiva alla volta di Pink River. Fra tagliare, trascinare e caricare, passava tutta la giornata. Quando l’ultimo carico era partito per la segheria, Mauli e Golo andavano al fiume a lavarsi. Mentre nuotava nell’acqua chiara, il ragazzo pensava con desiderio al giorno in cui sarebbe stato abbastanza grande per andare anche lui a Pink River.

E, alla fine, il grande giorno arrivò. I genitori di Mauli decisero di recarsi a Pink River e gli dissero che poteva venire anche lui. Il ragazzo saltava dalla gioia, poi gli venne in mente che neanche Golo aveva mai visto Pink River, perciò chiese al padre se potevano portare anche lui. Alla fine partirono tutti insieme: mamma e papà davanti, Mauli e Golo dietro. Quando arrivarono a Pink River Mauli si stupì e un po’ si spaventò nel vedere tanta gente, tanti negozi, le macchine, le biciclette… e anche Golo si spaventò. Mentre papà e mamma sbrigavano le loro faccende, Mauli e Golo girellarono per la città, curiosando lungo la strada principale, guardando tutto e specialmente le vetrine. Improvvisamente, nella vetrina di un emporio, Mauli vide un bellissimo flauto, e sentì immediatamente di desiderarlo più di ogni altra cosa al mondo. Il negoziante fu molto sorpreso nel vedere il ragazzo nero entrare nel suo negozio, e prima ancora che

egli potesse chiedere il prezzo del flauto, lo prese per un braccio e gli mostrò l’insegna appesa fuori dalla porta. «Non sai leggere?» chiese. «C’è scritto Niente neri. Io servo solo i bianchi, qua dentro.» E rientrò nel negozio, lasciando Mauli nella strada.

Mauli desiderava quel flauto più di ogni altra cosa al mondo e cominciò a pensare a come fare per ottenerlo. Poi guardò Golo. «Tu sei bianco!» esclamò. «Beh, hai solo il naso rosa, ma non credo che importi. Manderò te nel negozio.» Ma Golo non era abituato a star nei negozi (o al chiuso in generale!) Rovesciò con la coda un vaso di caramelle, si impigliò con le orecchie in una giacca, e i suoi zoccoli scivolavano e facevano un baccano d’inferno sul pavimento di legno. Le donne che si trovavano nel negozio cominciarono a strillare e Golo si spaventò. Ma anche così, si ricordò di far cadere ai piedi del negoziante i soldi che Mauli gli aveva dato.

Entrarono degli uomini per cercare di trascinar fuori la bestia, e quando cominciarono a gridare, il mulo pensò che era meglio andarsene velocemente. Con un’impennata volò nella strada… passando dalla vetrina di cristallo! Mauli rimase di stucco alla vista di Golo che usciva dalla vetrina, poi vide il flauto volare per aria. Mentre l’acchiappava, la gente uscì di corsa dal negozio per prendere Golo. Mauli decise che la cosa migliore da fare era di scappare via al più presto. Saltò in groppa a Golo e gli gridò «A casa!». Ma non c’era bisogno di dirlo: il mulo stava già correndo come un fulmine. Il negoziante corse loro dietro finché non ebbe più fiato, ma quando

Mauli si accorse che l’uomo aveva rinunciato all’inseguimento, fece rallentare Golo. Allora tirò fuori il flauto e cominciò à suonare. Dopo un po’, suonava allegramente la canzone preferita dei boscaioli, mentre Golo trottava a tempo di musica. «Il padrone aspetta dài, muoviti in fretta datti una smossa e ca-ri-ca.

Il padrone aspetta, dai, muoviti in fretta. Il padrone aspetta, dai, muoviti in fretta.» Il negoziante ritornò al suo negozio. C’era una confusione terribile. Lentamente cominciò a mettere in ordine, spazzò via i vetri rotti e, dopo un po’, il negozio aveva quasi ripreso il suo aspetto abituale. Ad eccezione di una cosa… L’insegna fuori della porta. La nuova scritta diceva: “NIENTE MULI”.

 

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