Il Martello rubato

Il Martello rubato

I Raccontastorie – Fascicolo 25

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      06 - Il martello rubato
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Thor, Dio della folgore, svegliò nel Valhalla. Era una bellissima giornata e si sentiva particolarmente vigoroso. «Oggi picchierò sulle montagne fino a scuotere tutto il mondo, col fragore delle mie folgori! Il suono echeggerà nei fiordi e manderà in frantumi gli iceberg del Mare del Nord!» Balzò fuori dal letto. «Dove ho messo il mio martello?» Ma il martello magico di Thor non si trovava da nessuna parte. Guardò sotto il letto, guardò sotto le nuvole temporalesche che erano sparse un po’ dovunque nella sua camera, rovesciò i suoi enormi armadi, ma niente. Alla fine 1. nciò un urlo che rimbombò per tutta 1 -norme volta del Valhalla. «Dov’è il mio martello?!» Lo aiutò nella ricerca anche il suo amico Odino, ma dopo un po’ dovettero convincersi che il martello era stato rubato.
«Chi oserebbe rubare nel Valhalla?» tuonò Odino, Re degli Dei. «Chi se non i Giganti?» rispose Loki, Dio violento e vendicativo. Odino tentò di calmare e di consolare Thor, ma Loki si fece prestare il mantello volante dalla Regina Freia, moglie di Odino, e scese in volo nel Regno dei Giganti. Il primo che incontrò fu il gigante Din. «Sai dov’è il martello di Thor?» chiese Loki.

Din, che era il più grosso ma anche il più sporco tra i giganti, sorrise da un orecchio all’altro e si grattò, provocando una nuvola di polvere che lo fece tossire. Poi si asciugò il naso con la manica e riprese a sorridere. «Sì, lo so dov’è il martello di Thor. È sepolto a cinquanta braccia sotto terra. Lo so perché ce l’ho messo io e non lo ridarò indietro finché la Regina
Freia non mi sposerà!» Rise, mostrando una boccaccia enorme con tutti i denti rotti. «E dille che quando verrà dovrà portarmi il suo mantello volante e la sua collana d’oro. Ah! Ah! Ah!» Loki non si scompose e ricambiò il sorriso. Poi tornò nel Valhalla e riferì il messaggio a Odino, Re degli Dei. Gli occhi di Odino lampeggiarono di collera, poi divennero grigi e cupi come il mare, poi bianchi e turbinanti come il cielo e infine rossi e fiammeggianti come il fuoco. «Mia moglie dovrebbe diventare sua moglie?!» «Ah!», esclamò Loki «ma io ho un piano!» Due figure splendenti attraversarono le nubi in volo fino a un oscuro paesaggio e alla casa

di Din, il gigante. Loki gli aveva portato la sposa richiesta, avvolta nel mantello magico e adornata dai preziosi gioielli di Freia, Regina degli Dei. Subito Din fece approntare un grandioso banchetto di nozze. Il tavolo da pranzo scricchiolava sotto il peso di una enorme quantità di cibo e di barili di vino rosso. I giganti erano tutti presenti (anche se non si erano lavati molto) e un cagnaccio tutto ossa era nascosto sotto il tavolo e arraffava ogni boccone che gli veniva a tiro. Din guardò deliziato la sua sposa sedersi a tavola. La donna mangiò prima una spalla di bue, poi una coscia di porco e infine un cigno intero alla griglia, e bevve tanto vino che Din dovette farne portare dell’altro. «Che appetito formidabile, ha la vostra Freia!» esclamò il gigante.
«Mangia sempre così tanto?» «No di certo!» rispose Loki. «È che non ha mangiato tutto il giorno, tanto era emozionata al pensiero di sposarti!» Din arrossì. «Bene, bene. Mi desidera proprio tanto, eh?!» «Mai donna è stata così felice. Ho quasi il sospetto che fosse innamorata di te da anni.» Din balzò in piedi. «Quella donna si merita proprio un bacio. Vieni qua, topina!» Ma a questo punto la sposa guardò Din con occhi azzurri e cupi come il mare, che divennero poi bianchi e turbinanti come il cielo e infine rossi e fiammeggianti come il fuoco. Din deglutì e indietreggiò, allarmato. «Perché mi guarda così?» chiese a Loki in un sussurro.

«E me lo domandi?… Ieri notte non ha chiuso occhio pensando a te, e ora che le sei davanti, non riesce a toglierti lo sguardo di dosso!» «Oh!» fece Din piuttosto nervoso. «Bene, bene…»
Il banchetto stava per terminare, quando Loki tossì educatamente. «Scusa se te lo chiedo, Din, forse non è il momento, ma… posso riavere il martello di Thor? Eravamo d’accordo così, no?» Din scoppiò in una fragorosa risata e dette una gran pacca sulla spalla a Loki. «Ma certo, vecchio mio. Un accordo è un accordo. A me la donna e a te il martello. Servi, portatemi subito la folgore di Thor!» Le porte si spalancarono ed entrarono tre giganti, curvi sotto il peso di un enorme martello di ferro. Din lo depositò ai piedi di Loki. «Come vorrei che Odino fosse qui!»

sghignazzò il gigante avvicinandosi alla sua sposa. «Pagherei qualunque cosa per vedere la sua faccia mentre Freia si siede sulle mie ginocchia e mi bacia!» «Eccoti servito!» Con un grido la Ala sposa gettò il travestimento e da sotto gli abiti femminili comparve Odino, il Re degli Dei! Odino agguantò il martello. «Eccoti i tuoi baci!» disse sollevando l’enorme martello, e lo abbatté tre volte con incredibile forza sul testone grasso del gigante Din. Poi Odino si slanciò nell’enorme sala, falciando giganti a destra e a manca. Dop:O.P.ochi secondi giacévario tutti disordinatamente a terra, mentre il cane
si mangiava il resto del banchetto. Odino e Loki tornarono in volo nel Valhalla, dove Freia e Thor li stavano aspettando. «Grazie al cielo!» sospirò Freia. «Non so perché indossi quel vestito, mio caro, ma sono lieta di vedere che hai riportato il martello di Thor. Da che gliel’hanno rubato è diventato impossibile!» Thor, riavuto il suo martello, fu nuovamente felice. Urlava addirittura per la felicità! Col suo martello picchiò con enorme fragore sulla cima delle montagne fino a scuotere tutto il mondo. Il tuono echeggiò nei fiordi e mandò in frantumi perfino gli iceberg del Mare del Nord!

 

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