La Principessa sul Pisello

I Raccontastorie – Fascicolo 4

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      06 - La principessa sul pisello
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C’era una volta un giovane principe che abitava una terra lontana. Ma non era un principe felice perché non riusciva a trovare una vera principessa da sposare. «Sei davvero troppo esigente!» disse la regina madre. «Ti ho presentato le più belle, le più intelligenti, le più affascinanti principesse di questo reame e di tutti i reami che conosco, ma tu non sei mai soddisfatto.» «Ti sono molto grato, madre», replicò il principe, «ma è così raro trovare una vera principessa. E tuttavia sono sicuro che un giorno o l’altro la troverò.» Nel profondo del suo cuore era certo che in qualche luogo, chissà quando, l’avrebbe incontrata.

E non smetteva mai di cercare. «Ho conosciuto molte ragazze che si definiscono principesse», diceva. «Alcune sono bellissime, altre sono molto intelligenti. Altre ancora sono affascinanti. Ma la mia principessa deve essere tutto questo insieme e qualcosa di più!» Per un anno intero veleggiò intorno al mondo in cerca della sposa perfetta. Visitò palazzi in Persia e in Perù, castelli in Cina e in Ispagna. Ma non trovò il volto che cercava. Quando tornò nel suo paese, l’estate soleggiata stava tramutandosi in un autunno freddo e grigio. Una notte, non molto tempo dopo il suo ritorno, si scatenò un terribile uragano. I tuoni rombavano, i lampi illuminavano il cielo e un vento gelido si insinuava sotto gli stipiti di porte e finestre del palazzo. Il principe era andato a letto presto, al caldo; il re e la regina, invece, erano rimasti nel salone a leggere. Il vecchio re rabbrividì mentre

avvicinava la sua poltrona al fuoco. «Sono proprio contento di trovarmi qui al riparo dal freddo. Provo pena al pensiero di quanti sono stati sorpresi fuori casa da questo tempo orribile.» «Chiunque abbia un po’ di buon senso non si avventurerebbe mai fuori in una notte simile», rispose la regina. Aveva appena finito di dire queste parole quando udirono bussare al portone. E poi di nuovo, e di nuovo con più forza. Il re si precipitò nell’atrio. Tirò tutti i chiavistelli e con grande sforzo spalancò la porta. Il vento soffiò dentro una raffica di grandine e pioggia mentre la luce di un lampo illuminava il porticato. «Brrrrr!» rabbrividì il re. E poi scrutando l’oscurità: «Santo Cielo, ma chi sei povera ragazza?» Là fuori, nell’infuriare della tempesta, c’era una bella giovinetta con gli abiti inzuppati d’acqua e le scarpe coperte di fango. I suoi lunghi capelli dorati le cadevano in boccoli umidi sulle spalle. «Sono una principessa»

disse la straniera battendo i denti. «Sì, sì, mia cara, certamente», sorrise il re. «Beh, faresti meglio ad entrare, anche se devo dire che non ho mai visto una principessa arrivare senza carrozza.» «E neppure io» pensò la regina. «Saprò subito se si tratta di una vera principessa o no.»

E così, mentre la giovane straniera si riscaldava davanti al fuoco gustando un pasto caldo, la regina e la sua cameriera si misero al lavoro ai piani superiori. Prima di tutto tolsero tutte le coperte dal letto di una delle camere degli ospiti. Poi la regina pose un pisello secco sul materasso. Dopo di che misero a soqquadro tutti gli armadi del palazzo fino a che riuscirono a trovare altri venti materassi. E infine li collocarono uno sopra l’altro, sul pisello secco. C’erano materassi di tutti i colori dell’arcobaleno, di ogni forma e misura e ognuno di essi era soffice abbastanza da permettere a chiunque un sonno tranquillo. Certo, la vista di tutti quei materassi impilati era un po’ strana. «Ecco fatto», disse la regina. «Ora vedremo se si tratta di una vera principessa o no,» E se ne tornò dabbasso. «Ti ho preparato il letto io stessa» disse alla graziosa straniera, «sono sicura che riposerai benissimo.» E così la fanciulla andò di sopra, si spogliò e si arrampicò su una scala per raggiungere la sommità del letto. L’uragano si era placato. Al mattino seguente quando l’ospite scese a fare colazione, la regina sorrideva tra sé.

«Come hai dormito, carina?» chiese alla fanciulla mentre si sedevano a tavola. «Sono mortificata di dover dire che non ho dormito affatto bene», rispose la straniera. «È scortese da parte mia dirlo, ma malgrado tutti quei materassi sono stata scomodissima.» «Ma è impossibile» disse il re. «Ti abbiamo offerto il miglior letto del palazzo!» La giovine arrossì, temendo di essere presa per un’ingrata. «Beh, mi pareva di stare sdraiata su un ciottolo. E stamattina sono tutta piena di lividi!» La regina credeva a malapena alle sue orecchie. «Dunque tu sei veramente una principessa!» esclamò. «Solo una persona di sangue reale può avere una pelle così tenera e sensibile. Solo una principessa potrebbe sentire un pisello secco attraverso ventun materassi!» Era esattamente ciò che stava pensando anche il principe. Quando era entrato in sala da pranzo e aveva dato un’occhiata alla bella fanciulla, aveva

subito capito che si trattava della principessa dei suoi sogni. Non aveva bisogno della prova di ventun materassi o di un pisello secco. Il suo cuore gli aveva detto subito che aveva trovato la sua vera principessa. Il re proclamò un periodo di festa in tutto il reame, affinché ognuno potesse festeggiare il matrimonio del principe e della principessa. E il principe fece mettere il pisello in mostra in una scatola di cristallo, nel palazzo del municipio, perché tutti potessero vederlo. E — lo volete sapere? —il pisello è ancora lì per ricordare il vero e unico amore del principe per la principessa reale.