Tamburino e lo zingaro

I Raccontastorie – Fascicolo 5

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      03 - Tamburino e lo zingaro
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Era quasi buio quando una sera, in Irlanda, Tamburino veniva trasportato alla sua nuova casa da Tom e Lucy che avevano un galoppatoio. Il box dove il puledro era rinchiuso dietro la macchina, cominciò a ondeggiar paurosamente e Tom dovette fermarsi sul bordo della strada. Quando aprì la porta del box per calmare il puledro, Tamburino improvvisamente balzò fuori e filò via nel buio. Lucy voleva andargli dietro, ma Tom disse: «Non riusciremmo ad acchiapparlo ora. Torneremo domani.» E continuarono per la loro strada, lasciando il cavallino solo nella notte. Da principio, Tamburino aveva pensato solo a fuggire dalla sua prigione e perciò galoppava rumorosamente lungo la strada accidentata. Ma poi rallentò al piccolo trotto. Si sentiva sperduto e rimpiangeva la sua stalla calda.

Trovato riparo contro una siepe si addormentò. Era ancora lì quando la mattina dopo Billy passò per andare a scuola. Billy era un ragazzo zingaro dai capelli corvini riccioluti e dagli occhi nerissimi e scintillanti. Se c’era una cosa che amava, erano proprio i cavalli. Suo padre non li allevava più, ma lui portava nel sangue l’antico amore degli zingari per i cavalli. «Ciao, puledrino!» sussurrò, carezzando Tamburino. «Diventeremo amici, noi due.» Il cavallino sentì che si poteva fidare del ragazzo. Ma che freddo faceva! «Poverino», disse Billy. «Sarà meglio che ti porti a casa dalla nonna.» E rifece il cammino seguito da Tamburino. L’accampamento degli zingari era in un campo vicino alla strada principale, pieno di macchine e autocarri sgangherati. Ma un carrozzone di legno dipinto spiccava in mezzo a loro come un fiore. Billy andò alla porta e bussò. La nonna gli aprì. «Cosa ti porti dietro?» chiese, scrutando il puledrino. «L’ho trovato vicino a una siepe. Ha freddo e ho pensato che forse tu lo potresti aiutare.» La vecchia donna entrò nel carrozzone e tornò con un flacone di medicina dall’odore poco gradevole. «È la mia ricetta speciale.» Ne versò un po’ nella gola del cavallino, che si sentì subito infiammato di calore, poi gli preparò una lettiera con una pila di sacchi e di vecchie coperte. «Fra un po’ starai benissimo», disse la vecchia zingara.

Billy si sistemò lì vicino per stare accanto a Tamburino finché non fosse guarito. Stava ancora lì seduto quando apparve suo padre. «Che ci fa qui questo cavallo?» gridò. «Porta via subito quell’animale! Rubare cavalli è un reato, non lo sai?» «Ma io non l’ho rubato. L’ho trovato.» «In questo caso faresti meglio a portarlo al commissariato del paese. Loro sapranno cosa devono fare finché il padrone non si farà vivo.» «Così forse, se non lo cerca nessuno, la polizia me lo lascerà tenere!» «Puoi toglierti questa idea dalla testa» sbottò il babbo. «Non c’è posto qui per i cavalli.» E se ne andò. «Billy» chiamò la nonna dalla porta del suo carrozzone. «Vieni qui. Ti voglio far vedere una cosa.»


Tirò fuori un pacco da un vecchio cassettone intagliato, Io svolse lentamente e mostrò al nipote le più belle briglie che egli avesse mai visto. «Appartenevano al tuo bisnonno, mio padre», disse. «Aveva quaranta cavalli, e queste briglie le aveva fatte fare per il suo favorito. Sono speciali. Conservale bene e vedrai che ti porteranno fortuna.» Billy non trovava le parole per ringraziarla. Uscì e provò le briglie su Tamburino. «Sono perfette!» Poi sospirò. «Ma fra qualche ora non ti avrò più con me.» Tamburino aveva capito che era ora di andaré. Si chinò permetfendo a Billy di montarlo e trottò fuori dall’accampamento. Col piccolo zingaro in groppa Tamburino era pronto ad andare dovunque. Infilarono un sentiero che attraversava il campo di erica rossa e conduceva al paese e al posto di polizia.

Tamburino prese gusto alla passeggiata e corse via veloce. Billy sulla sua schiena era leggero come una piuma. Galopparono su per la collina verso un muro di pietra. Tamburino adorava saltare! Rallentò e si preparò al balzo. «Forza, via!» gridò Billy. Ma dall’altra parte del muro non c’erano altro che le pareti scoscese di una vecchia cava allagata. Tamburino fu preso dal panico. Il terreno gli franò sotto i piedi e lui cominciò a sdrucciolare verso l’acqua. Billy saltò giù. Ma Tamburino piombò nell’acqua con un terribile “splash!”. «Affogherà di sicuro», pensò Billy. «L’acqua è così profonda!» Ma Tamburino riuscì ad arrampicarsi su una sporgenza della pozza.


Billy si lasciò scivolare e strisciò lungo la parete della cava finché riuscì ad afferrare le briglie di Tamburino. «Piano, bello, piano», sussurrò. «Stai calmo. Va tutto bene. Ora ci aiuteranno.» Ma Billy si ingannava. Nessuno arrivò in loro aiuto. Stette seduto là per ore con la testa del puledrino sulle ginocchia. Gridò e gridò fino a non avere più voce. La luce del giorno cominciava ad affievolirsi. A un tratto, sopra la sua testa, udì un cane che abbaiava. Poi vide un grosso labrador nero in cima alla cava. Billy chiamò «Vai dal tuo padrone! Portalo qui. Portalo qui!» Il cane corse via e pochi minuti dopo era di ritorno con il suo padrone. «Ti tireremo fuori in un attimo, figliolo!» gridò l’uomo guardando giù verso il ragazzo e il suo cavallo. «Sta’ tranquillo!» Mezz’ora dopo un elicottero da salvataggio ruotava sulle loro teste. Uno dei membri dell’equipaggio si calò giù con in mano una speciale imbracatura che, aiutato da Billy, collocò intorno a Tamburino.

Il cavallino stupefatto non riusciva a capire cosa stesse succedendo e non staccava gli occhi dal suo giovane amico. Non avrebbero mica salvato lui e lasciato Billy laggiù? Lo tirarono su, sempre più su, fino a che lo abbassarono nuovamente al suolo, lontano dalla cava. • Billy non aveva bisogno di aiuto. Risalì velocemente le pareti della cava e corse a vedere se Tamburino fosse in salvo. La polizia, il babbo di Billy, Tom e Lucy erano tutti venuti incontro al ragazzo e, per festeggiare il salvataggio, ci furono tazze di cioccolata calda e biscotti per Billy e un delizioso pasto di avena per Tamburino. «Lo stavo portando al posto di polizia quando siamo caduti nella cava» raccontò Billy. «Si chiama Tamburino», disse Lucy «e potrai venire a trovarlo quando vuoi.» E così Billy passò ogni fine settimana e ogni giorno di vacanza al galoppatoio di Tom e Lucy. Un sacco di ragazzi

cavalcarono Tamburino, ma lui indossava le briglie zingare solo quando Billy era con lui. E questa non fu certo l’ultima avventura che vissero insieme.

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