Il motorino di Michele 3

Il motorino di Michele

I Raccontastorie – Fascicolo 11

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      03 - Il motorino di Michele
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Lo “Scatto-Spaziale” si portò via Michele, e Tina non poté far altro che stare a guardare.

In un secondo era salito In due secondi a cinquecento metri… un chilometro…

E un minuto dopo stava ancora salendo.

Infine, Michele riuscì a trovare lo stop e il motorino rallentò fino a fermarsi. Guardò sotto di sé e tutto quel che vide fu una pallina verde e blu oscillante nell’oscurità. «Che colore buffo per una pallina da tennis» pensò.

Ma non era una palla. Era la Terra! L’Africa e l’India si distinguevano perfettamente. Quando Michele si rese conto della distanza che lo separava da casa si sentì piccolo e solo e un pochino spaventato.

Mentre galleggiava nello spazio, infilò una mano nella tasca della tuta spaziale, ma trovò solo la carta di una tavoletta di cioccolata marca Venere.

Poi, all’improvviso, vide davanti a sé le luci confortanti di una nave spaziale che ammiccavano e si sentì molto meglio. Ma c’era qualcosa che non quadrava…

La nave si avvicinò ed egli vide un uomo in tuta spaziale penzolare da una fune di sicurezza; l’uomo faceva ‘dei segni disperati. Pareva anche che stesse gridando qualcosa, ma Michele non sentiva una parola.

Poi scorse una scatola d’argento che si allontanava rapidamente nello spazio. Capì subito cosa doveva fare, perciò schiacciò il bottone d’accensione dei razzi propulsori.


Con un ruggito, il motorino partì in direzione della scatola volante. Michele l’afferrò, se la mise in tasca e tornò alla nave spaziale.

Fece scorrere l’enorme portello della nave e, quando entrò nella cabina pressurizzata, venne salutato da un’ovazione dell’equipaggio. Era un eroe!

Così dicendo cercò di asciugarsi la fronte dal sudore, ma aveva ancora addosso il casco. «Ti meriti una ricompensa.» «Mi piacerebbe tornare a casa,

«Un buon lavoro, ragazzo» gli disse il Capitano. «Quella scatola è di importanza vitale, sai. E la nostra bussola spaziale e senza di essa saremmo perduti.»

per piacere» disse Michele, «sono molto stanco.» Allora il Capitano fece rotta per la Terra (con l’aiuto della bussola spaziale, naturalmente!)


La “palla da tennis” di Michele divenne sempre più grande fino a riempire tutto lo schermo. Poi Michele cominciò a vedere dei campi illuminati dalla luna, e il fiume che serpeggiava vicino alla sua città. «Io vivo là» esclamò. «Potete farmi scendere qui?»

Il Capitano appuntò una medaglia alla tuta di Michele e fece abbassare cautamente la nave fino __a sorvolare la casa. «Mettiti sopra lo scivolo di lancio!» gli disse.

Michele prese il casco e andò fino a dove gli era stato detto. Vi fu uno strano rumore e sentì che stava cadendo giù. Annaspò muovendo frenetico le mani, poi chiuse gli occhi…

 

Quando li riaprì, era di nuovo nel suo letto e il sole inondava la stanza. Si strofinò gli occhi e guardò il manifesto sul muro.

«Ecco lì “Scatto-Spaziale” e Tina! Ma allora ho sognato!» Ma… non aveva ancora guardato sotto il letto!…

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