Le bretelle scarlatte

Le bretelle scarlatte

I Raccontastorie – Fascicolo 14

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      05 - Le bretelle scarlatte
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Se c’è una cosa che la gente d’Irlanda conosce bene sono proprio le abitudini dei leprecani irlandesi. Vi racconteranno che sono loro a fare tutte le scarpe e gli stivaletti che portano le fate. Vi racconteranno che ogni leprecano ha una pignatta piena d’oro nascosta in un luogo segreto. E vi insegneranno che, se per caso ne incontraste uno, dovete tenere gli occhi fissi su di lui, altrimenti sparisce. Per questo Pat Fitzpatrick non faceva altro che andare in giro tutto il giorno dicendo fra sé: «Se mi capita di vedere un leprecano non gli leverò gli occhi di dosso finché non mi avrà detto dove tiene nascosta la sua pignatta con l’oro.» Pat avrebbe fatto meglio ad aiutare di più sua madre a piantare e a raccogliere le patate piuttosto che perdere tempo dietro ai leprecani e alle pignatte piene d’oro. Però alla fine ( le sue ricerche furono premiate. Un bel giorno, Pat vide un ornino —í non più grande della sua mano — che, seduto su un fungo, stava cucendo un paio di scarpe per una fata. Pat ( rimase a bocca aperta per lo stupore. «Una cosa è certa, non gli toglierò gli occhi di dosso. Non finché non sarò diventato il ragazzo più ricco di tutta l’Irlanda, grazie al suo oro.»

Quatto quatto Pat si fece strada tra l’erba e… zac, imprigionò il leprecano nella sua mano. «Ah, ti ho preso! Ora dimmi dove nascondi l’oro.» «Oh, perché spaventi a morte una piccola creatura come me?» gridò il leprecano, mentre il suo cuoricino batteva a precipizio sotto la manona di Pat. «E poi cos’è questa storia dell’oro? Ma che ne so io? Io non ne so proprio niente.» ‘h,
Pat strizzò un po’ più forte il leprecano continuando a fissarlo. «Non fare il furbo con me, capito? Non ti lascerò andare finché non mi avrai detto dove nascondi la tua pignatta piena d’oro.» Il leprecano si divincolò forte e, tirando fuori una manina, indicò un punto oltre la spalla di Pat. «Corri, ragazzo, presto! La tua mucca è entrata nel campo di grano!» Pat stava per girarsi a guardare quando all’ultimo momento capì che si trattava di un trucco per fargli distogliere lo sguardo. «Inventane una migliore» rise scuotendo il leprecano. «Non ti toglierò gli occhi di dosso finché non avrai messo in mano mia la pignatta piena d’oro.» Allora il leprecano scoppiò a piangere in maniera pietosa. «Ah, ragazzo crudele, ah, ragazzo senza cuore.

Te ne stai qui a parlare di oro mentre la tua casa brucia con tua madre dentro.» «Cosa?» Colto alla sprovvista Pat si fece quasi sfuggire il leprecano di mano e corse a casa. Ma non gli ci volle molto per rendersi conto che si trattava di un altro trucco e dalla rabbia scosse tanto il leprecano da farlo divèntare verde come la sua giacchetta. «Va bene, va bene», farfugliò infine il povero leprecano, «ti dirò dove puoi trovare la mia pignatta piena d’oro.» «Sono sicuro che non lo faresti se ti lasciassi libero» gli disse Pat. E togliendogli le bretelle scarlatte gliele legò intorno a mo’ di guinzaglio. Il piccolo ciabattino magico guidò Pat fino in cima alla collina, in mezzo a un campo dove fiorivano migliaia
di cardi. Si fermò vicino a un cardo che era esattamente uguale agli altri. «Visto che non mi togli gli occhi di dosso non posso mentirti. La mia pignatta d’oro è sepolta sotto questo cardo. Ma credo che ti ci vorrà una vanga per scavare.» «Ah, un altro dei tuoi trucchi» lo schernì Pat, scuotendolo fino a fargli quasi schizzare gli occhi fuori dalla testa. «Tu pensi che io non sarò mai capace di ritrovare questo cardo fra tutti gli altri che gli somigliano, vero? Ora vedrai.» Slegò le bretelle rosse del leprecano e le legò con un fiocco intorno al cardo. Poi si infilò il leprecano in tasca.

E nel momento stesso in cui gli tolse gli occhi di dosso, il leprecano sparì dalla sua vista come un soffio. Ma non gliene importava niente, ormai. Corse a casa più presto che poté a prendere una vanga. Era pesantissima e dovette trascinarsela dietro fino alla collina. «Pensava di farmela, eh?» ansimava. «Beh, non aveva fatto i conti con la furbizia di Pat Fitzpatrick!» Sudando e ansimando, si fermò in cima alla collina per asciugarsi la fronte. Ma quel che vide lo fece quasi stramazzare al suolo. Da ogni cardo penzolava un paio di bretelle scarlatte.. Per tutto il campo, a perdita d’occhio, migliaia di cardi e di bretelle scarlatte. Sperare di ritrovare il cardo del leprecano sarebbe stato come pensare di poter distinguere nel mare una goccia dall’altra. Perciò, se per caso vedete un leprecano e pensate di rubargli la pignatta d’oro, farete meglio a non perderlo d’occhio… e a non dimenticare i la storia di Pat Fitzpatrick e delle bretelle scarlatte!

 

 

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