Bastoncello cattura una cucuzza

Bastoncello cattura una cucuzza

I Raccontastorie – Fascicolo 22

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      05 - Bastoncello cattura una cucuzza
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Un bel mattino, Bastoncello capitò in cucina dove Nonna Nodo stava preparando il pranzo. «Vediamo un po’» mormorava fra sé. «Una bella spruzzata di uova di rana, un pizzico di argilla rossa e qualche fungo verde ben ammuffito. Mmm, che bontà.» «Uau!» esclamò Bastoncello «e come si chiama questa ricetta?» «Io lo chiamo il grigio-brodo… E non storcere il naso, ragazzaccio: nel grigio-brodo-di-Nonna Nodo, c’è di tutto fuorché il brodo!» «E quello a che serve?» chiese
Bastoncello additando un vassoio lungo e stretto. «È per metterci la cucuzza.» «Oh, non ho mai visto una cucuzza. Come si cucina?» Uno sguardo furbastro illuminò il volto di Nonna Nodo. «Come si cucina? Prima bisogna acchiapparla», rispose ridacchiando fra sé. «E come è fatta?» chiese ancora Bastoncello incuriosito. «Ha forse sei corni, tre occhi e una gamba di legno?» «Oh caro, che immaginazione! No, una cucuzza assomiglia a una grossa salsiccia, ed è verde e gialla. Ti piacerebbe catturarne una?» «Oh sì!» esclamò felice Bastoncello. «Così la potrai cucinare per pranzo.» «Eccoti una scatola di cartone per ficcarcela dentro… E porta con te quel tuo ragno schifoso!»

Abigaille, la ragnetta magica, lanciò uno sguardo torvo a Nonna Nodo e tentò di gettarle addosso un maleficio, ma ora che ebbe sfogliato il libro 4 degli incantesimi in cerca di quello giusto, Bastoncello era già in cammino da un pezzo. Il ragazzo chiese a tutti i suoi amici se avessero visto passare una cucuzza. L’Uomo Fungo, che abitava sulla collina del Biancospino, scosse con forza la sua testa a pallini e gli Alberi del Solletico, giù nella valle, fecero di no con le fronde. Stava per rinunciare alla caccia, quando udì un fruscìo provenire dai vicini cespugli. In un attimo preparò la trappola. Sollevò la scatola da terra con un rametto, legò al rametto un’estremità dello spago e con l’altro capo in mano si nascose dietro un tronco d’albero ad aspettare.
Il fruscìo fra i cespugli si fece più forte e finalmente una giovane cucuzza si affacciò nella radura. Prima corse da una parte inciampando nel ceppo di un albero, poi indietreggiò, incespicando in una radice, infine si diresse verso la trappola, finché… «Ti ho preso!» gridò Bastoncello. Tirò lo spago e fece scattare la trappola. Si immaginava di udire chissà quali grida di rabbia, di vedere la scatola scuotersi e saltare, invece tutto taceva. Piano piano, avvicinò l’orecchio al coperchio. «Aiuto, aiuto!» gridavano

delle vocine acute dal di dentro. «Ma che succede?!» esclamò Bastoncello. Aprì la scatola e vide un’intera famiglia di piccole formiche correre disperate intorno alla cucuzza. «Aaaah! Attenti! Si salvi chi può!» gridarono tutte insieme quando lo videro. «Niente paura, non vi farò del male» le rassicurò Bastoncello. «Volevo solo catturare la cucuzza!» Le formiche cominciarono a sghignazzare; avevano le convulsioni dal gran ridere. «Tu volevi cosa?» gli chiese la formica-capo. «Catturare la cucuzza?! Ma non è un animale, è una zucca, un vegetale, e si muoveva perché eravamo noi a trasportarla. Qualcuno ha voluto prenderti in giro!» Solo allora Bastoncello si ricordò delle risatine di Nonna Nodo e arrossì al pensiero di quanto era stato sciocco. «Beh, e che se ne fa di una cucuzza una famiglia di formiche?» «Lo capirai se vieni con noi al Ruscello dei Mirtilli» replicò il capo.
Le formiche si arrampicarono tutte sulla falda del cappello di Bastoncello, che si mise in cammino con la cucuzza sotto il braccio. «A proposito» chiese al capo, «come ti chiami?» «Gamby. Mi chiamano così perché sono la formica più in gamba del Bosco Intricato. In gamba/Gamby, capito l’inghippo?!» A quest’altra spiritosaggine le formiche si misero a sghignazzare, svegliando così Abigaille. «Ehi!» strillò la ragnetta magica facendo capolino dalla sua porticina. «Avete scambiato casa mia col rifugio per insetti randagi?!» E, brontolando, tornò in casa.

Bastoncello capì a che cosa serviva una cucuzza alle formiche, non appena arrivarono al Ruscello dei Mirtilli. Aveva piovuto parecchio in quei giorni e l’acqua aveva quasi completamente sommerso le rive. E proprio vicino al fiume c’era un formicaio, «Ora ho capito: la cucuzza vi serve per arginare il fiume prima che si allaghi la vostra casa, non è vero?» «Proprio così» rispose Gamby. «È la cosa più grossa che siamo riuscite a trasportare.» «Io so chi potrà aiutarvi» esclamò a un tratto Bastoncello, bussando alla porta di Abigaille. «Vai via!» gridò lei. «Non permetterò alle formiche di invadere la mia casa.» «Ma, Abigaille, se tu non le aiuti, le formiche non potranno restare al Ruscello dei Mirtilli» pregò Bastoncello; e le spiegò tutto. «E va bene!» Abigaille tirò fuori il suo libro degli incantesimi. «Ecco quel che ci vuole» annunciò e cominciò a sventolare la sua bacchetta magica. «Fiore di pesco, fior di caucciù che l’acqua non salga più. Voglio intorno un largo fossato, che il formicaio tenga riparato.»
Ci fu uno scoppio e una cascata di magica polvere blu, Le formichine strillarono per lo spavento. Quando la polvere si fu diradata, le formiche si guardarono intorno con orrore. Il loro formicaio era sparito. «Dov’è la nostra casa?» gridarono. «Che cosa ne hai fatto?» «Oh, devo proprio far più attenzione» borbottò confusa Abigaille. «Invece di un largo fossato, m’è venuto un battello equipaggiato!»

Le formiche sciamarono verso la riva del Ruscello dei Mirtilli e lì, dondolandosi sull’acqua, c’era il loro formicaio… su una barchetta verde! «Abigaille, sei un genio!» gridò Gamby. «Da-davvero?» «Certo, ma non lo vedi? Non dovremo più temere le inondazioni. Possiamo andare su e giù per il Ruscello e ancorare la nostra casa dove vogliamo.» «Evviva Bastoncello e Abigaille!» gridarono le formiche. «Come potremo mai ricompensarti?» chiese loro Gamby. Bastoncello si fece salire la formica sulla punta di un dito. «C’è una cosa che tu potresti fare per me.» E gli sussurrò qualcosa all’orecchio. «Oh, eccoti» disse Nonna Nodo vedendo Bastoncello tornare con la scatola di cartone. «Beh, l’hai catturata la cucuzza?»

«Sì Nonna, l’ho presa» rispose lui appoggiando la scatola sul pavimento. «Questa poi la devo proprio vedere» ridacchiò lei aprendo la scatola. Ma appena lo fece, la cucuzza saltò fuori, e la inseguì per tutta la cucina, rovesciando secchi e scope, pentole e tegami. «Portala via!» strillò Nonna Nodo saltando su una seggiola. «Portala via!» Ma la cucuzza in quel momento sbatté contro lo sgabello sul quale era montata Nonna Nodo e la fece cadere proprio nella pentola di grigio-brodo. A Bastoncello e ad Abigaille venne
il singhiozzo dal gran ridere mentre le formiche filarono via verso il Bosco Incantato. «Cosa c’è da ridere?» sbottò Nonna Nodo. «Tirami subito fuori di qui!» «Niente, niente, mi viene in mente quello che mi hai detto stamattina», rise Bastoncello. «È proprio vero che nel grigio-brodo-di-Nonna Nodo c’è di tutto fuorché il brodo!» L’ilarità, si sa, è contagiosa e Nonna Nodo, seduta com’era nel pentolone, cominciò a ridere anche lei, così forte che fece tremare tutto il Bosco Intricato.

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