Gorgo l’orco e il gigante

Gorgo l'orco e il gigante

I Raccontastorie – Le più belle storie di Natale 1984

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      10 Gorgo l'Orco e il Gigante
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Nel villaggio di Gorgo, erano quasi tutti ammalati di morbodragonite rossa. Gorgo non era stato contagiato perche lui era un Orco Dorato, ma suo padre era tutto coperto di macchie blu e arancioni. Era inverno, nevicava, e il fuoco scoppiettava nei camini.
Anche Borgo, il medico del villaggio, era malato. «Ci vogliono tre squame di Drago Rosso, due denti di Gigante e cinque piume dell’Uccello a Tre Teste» brontolava, «non c’è altra medicina e senza medicina… niente festa.» «Volerò con Lago in cerca della tua medicina» si offrì Gorgo. «Porta con te il baby Slurm,» disse Borgo. «E prima di tutto vai dal Gigante.» «Perché?» chiese Gorgo. Ma Borgo si limitò ad emettere un brontolio.
Presto ci sarebbe stata una festa degli \ Orchi Rossi: un pranzo colossale che \), andava avanti per due giorni, alla fine d quale tutti si tuffavano in -un enorme budino di gelatina rossa. Ma con tutti quei malati, non ci sarebbe stata nessuna festa.
Quello stesso giorno, sul tardi, Zago, il baby Slurm e Gorgo volavano sopra i picchi purpurei dove vivono i Giganti. Nuvole di fumo rosse e verdi si alzavano da buchi nelle rocce. «Quel fumo, ragazzo mio, proviene dai Giganti,» spiegò Zago. «Riducono le rocce in polvere e poi le soffiano fuori dai buchi.»

Zago atterrò sulla sporgenza di una roccia ghiacciata. Gorgo e lo Slurm scesero dalla sua groppa. «Ora ascoltate,» sussurrò Zago, «i Giganti si fanno strada perforando le rocce velocemente, ma voi potrete udirli arrivare.» Proprio in quell’attimo Gorgo udì un suono
«Non preoccuparti, Gorgo, lo salveremo,» disse Zago. Gorgo gli saltò in groppa ed entrambi volarono dentro il tunnel che il. Gigante aveva scavato. Ma il Gigante correva più veloce di loro e dopo poco lo persero di vista nel buio.
Gorgo pensava al piccolo Slurm — ricordava il suo verso così chiaramente che gli pareva di udirlo. Ma, ehi, lo stava udendo davvero! Zago e Gorgo corsero in direzione dello squittio e, girato un angolo, si trovarono faccia a faccia con il Gigante. Teneva gli occhi chiusi e la sua boccaccia enorme era semiaperta.
lontano, che si fece sempre più forte. Sembrava che potenti mascelle stessero masticando. La roccia si aprì in due. Una bocca enorme, dagli smisurati e sudici denti e con una piccola lingua pelosa, inghiottì il baby Slurm e disparve nuovamente.

«Non è stato di certo il Gigante a squittire,» disse Zago scrutando attraverso i suoi occhiali. Come un lampo: un tentacolo bianco uscì dalla bocca dei Gigante e gli tolse gli occhiali.
All’improvviso si udì un tremendo ruggito. Il Gigante si era svegliato. «Presto!» gridò Gorgo, «su per quel tunnel, Zago!» E volarono via come il vento, con il Gigante alle calcagna che arrancava sulle sue zampette corte e viscide. Mentre Zago si alzava in cielo, le mascelle del Gigante scattarono proprio a un millimetro dalla sua coda. «Mamma mia! L’abbiamo scampata bella!» gridò Gorgo.
Zago rise. «Sciocchino di uno Slurm,» disse: ed ecco il baby Slurm fare capolino dalla bocca del Gigante. I Teneva stretti fra i tentacoli tre scaglie di Drago Rosso, due denti di Gigante e cinque piume di Uccello a Tre Teste. «I Giganti mangiano di tutto,» commentò Zago.


Di ritorno al villaggio Borgo spiegò che erano stati i pungiglioni dello Slurm ad addormentare il Gigante. «Voi non lo sapevate, vero?» rise mentre si dava un gran daffare a mescolare in un calderone una miscela di medicina ribollente e densa, sufficiente a curare l’intero villaggio.
E così gli Orchi Rossi poterono fare la loro festa e quando arrivò il momento del gran salto nella tinozza di gelatina, il baby Slurm saltò per primo.