Lo strano rompicapo di Lella

Lo strano rompicapo di Lella

I Raccontastorie – Fascicolo 17

Ascolta l’audiocassetta!

      05 - Lo strano rompicapo di lella
Pag.1Pag.2Pag.3Pag.4Pag.5

«È inutile, Spotty» sospirò Lella.
«Quest’ultimo pezzettino non vuole entrare.
Non è la forma giusta e neanche
il colore è giusto. Dovrebbe essere
blu e non rosso.»
Lella si ficcò il pezzo nella tasca
del pigiama e andò a letto. «Uhm, come
vorrei che quel pezzo ci entrasse» pensò
mentre scivolava nel sonno.
«Mi piacerebbe proprio tanto.»
Quella notte accadde qualcosa di molto
strano. «Ehi, Spotty, guarda!
Il letto si sta muovendo.
Ehi, ma… stiamo volando!»
E infatti stavano proprio volando
fra le stelle. «Spero che questo
letto sappia dove sta andando.
Non vorrei davvero perdermi, quassù.»
Volavano a grande velocità, sempre più su
nello spazio, osservando stupefatti
le strane cose che li circondavano.
«Le mie amiche a scuola non ci crederanno
mai» si disse Lella. E Spotty era così
meravigliato che non abbaiava nemmeno.

CRASH! Senza il minimo preavviso, il letto atterrò. «Che posto misterioso», disse Lella. «Chissà se ci vive qualcuno.»
«Guarda, Spotty, c’è un uomo, laggiù. Andiamo a chiedergli dove siamo.»
«Siete sulla Luna» spiegò l’uomo, «e io sono il custode e la tengo pulita. Per esempio, quando cade una stella…
fa un grosso buco, ed è compito mio pulire tutto. Eh, c’è sempre un sacco di lavoro. Ma adesso venite, venite con me.»
Dopo un tragitto in macchina, breve ma accidentato, arrivarono alla casa del custode. Faceva freddo e Lella si rammaricò di non essersi infilata le pantofole.
«Non ricevo molte visite», disse l’uomo. «Ma qui starete bene e al caldo.»

La casa dell’uomo era molto confortevole. «Fate come se foste a casa vostra; metto la teiera sul fuoco.»
Lella lo sentiva canticchiare in cucina. «Oh guarda, Spotty, un rompicapo. Vediamo di finirlo.»
«Ma che strano», disse Lella. «Il pezzettino che manca, dovrebbe essere rosso e non blu!»
«Però, aspetta un momento!» Lella si frugò nella tasca del pigiama e trovò la tessera rossa del rompicapo che aveva lei.
«La tessera del mio rompicapo entra perfettamente in questo!»
Proprio allora l’uomo ritornò con il tè. Lella gli raccontò del rompicapo. «Oh grazie, grazie! Che meraviglia! Sono anni che cerco di completarlo!»

Più tardi, davanti alla TV, [ella disse all’uomo: «Si sta proprio bene qua, ma penso sia ora di tornarcene a casa. Il fatto è: come?!»
«Ci penso io», le rispose l’uomo. «Credo di avere in garage quello che fa per voi.

Certo, questa vecchia astronave Là, adesso ci siamo. Ora state attenti che questi nodi è in disuso da molti anni, ma la non si sciolgano. Quando dico “pronti” farò funzionare in un battibaleno. attaccatevi forte. Capito?»
[ella pensava che quel catorcio di nave …e partì trascinandosi dietro il letto, Leila spaziale non si sarebbe mai mossa. Invece, e Spotty, aggrappati e svolazzanti, a un tratto, si mise in moto sferragliando… ancora una volta verso il cielo notturno.


All’improvviso, quand’erano già lontani, le corde si spezzarono. «Oh aspettaci, aspettaci!» gridò Lella al custode, ma l’uomo nell’astronave non poteva udirla.
II letto rimase lì a gareggiare neo spazio, «Ora sì che ci siamo persi davvero Spotty. E io… ho un freddo terribile.»
Fluttuavano così senza meta fra le stelle.
«Non torneremo più a casa», pensò Lella, «e io sono così stanca.» Alla fine si addormentò profondamente.
Quando si svegliò non riusciva a credere ai suoi occhi. Era di nuovo nella sua stanza, a casa, ed era mattino!
«Che strano sogno, ho fatto!» Ma poi sentì qualcosa in tasca. Era il pezzo del rompicapo del custode della Luna!
Ed entrava perfettamente nel suo rompicapo! «Allora non è stato un sogno e c’eri anche tu, vero, Spotty?!»

Immagini collegate: